La sindrome delle faccette articolari è una patologia che può diventare particolarmente dolorosa e invalidante. Essa è legata ad un sovraccarico e progressiva degenerazione posteriore delle articolazioni che si trovano nelle vertebre della colonna vertebrale, responsabili della flessibilità e mobilità di quest’ultima. Solitamente si manifesta con un mal di schiena cronico che peggiora quando si sta in piedi o si eseguono alcuni tipi di movimenti (carico-rotatorio), diventando un limite anche per le normali attività quotidiane.
Il caso clinico di un giovane atleta che si è rivolto al nostro studio di neurochirurgia dimostra che questa sindrome può essere efficacemente contrastata con un intervento di impianto di protesi dinamica (DIAM), risolutivo non solo per la sintomatologia dolorosa, ma anche per il recupero della piena mobilità e il ritorno all’attività lavorativa e agonistica.
Storia clinica e percorso diagnostico del paziente
Il paziente è un giovane pallavolista affetto da lombalgia e lombosciatalgia con limitazione sia nelle attività sportive sia nella vita quotidiana.
Nel corso degli anni si è sottoposto a vari trattamenti conservativi, prima con una terapia riabilitativa, poi con una terapia con infiltrazioni a livello peridurale e anche delle articolazioni, tuttavia con benefici limitati nel tempo. Per questo decide di eseguire in autonomia una risonanza magnetica per approfondire il suo caso.
Gli esami mostrano fin da subito una discopatia con riduzione dello spazio intervertebrale, deformato per effetto del carico. Sulla base di ciò era stato valutato un possibile intervento chirurgico che però non ha mai convinto il paziente: un intervento di quel tipo, seppure risolutivo nella quotidianità, gli avrebbe impedito di continuare la sua carriera professionale. L’intervento, infatti, avrebbe comportato la sostituzione del disco e la fissazione con viti transpeduncolari del livello ritenuto instabile per raggiungere un artrodesi circonferenziale.
La diagnosi e il trattamento chirurgico proposto
Il caso clinico, giunto all’attenzione dello studio del Dottor Sacchelli, è stato analizzato nuovamente, sottoponendo il paziente ad una risonanza magnetica ed una tac ad alta definizione. Grazie a questi esami diagnostici, è stato possibile evidenziare una sindrome delle faccette articolari, ricostruendo il difetto osseo e meccanico, evidenziando fin da subito una iperlassità delle articolazioni, che tendevano a sublussare tra la 3 e 4 vertebra, oltre ad un’ipertrofia del legamento che confliggeva con l’emergenza radicolare.
Considerando sempre la volontà del paziente, cioè quella di rispettare le caratteristiche elastiche e dinamiche della schiena, gli è stato proposto un intervento di posizionamento di impianto di protesi dinamica (DIAM) interspinoso tra la terza e quarta vertebra. Inserendo una piccola protesi elastica, infatti, è possibile portare le articolazioni in scarico, mantenere in tensione i legamenti e, infine, praticare una minima decompressione con l’ispezione del disco a livello della radice.
La diagnosi del Dottor Sacchelli ha convinto il paziente ad accettare fin da subito questa tipologia di intervento con impianto di protesi dinamica perché gli avrebbe permesso di recuperare in tempi rapidi e tornare a svolgere la sua attività agonistica.
Dopo circa 2 settimane, infatti, il giovane atleta è tornato a giocare senza più disturbi. Anche dopo i controlli post operatori, le articolazioni sono tornate a lavorare nella corretta posizione anche in iperestensione ( es. in fase di battuta o schiacciata). Da quel momento il paziente non ha riscontrato più dolore né alla schiena né agli arti inferiori.